Clara non si vede ma si sente, Clara non c’è più ma è ancora viva. Clara Sereni nella città di Perugia era ed è, in ogni tempo verbale esiste. Ma facciamo un passo indietro e come in ogni storia che si rispetti iniziamo dal principio.
Clara Sereni nasce a Roma nell’agosto del 1946, in una famiglia di intellettuali d’origine ebraica. Xenia Silberberg è il nome di sua madre, Emilio Sereni quello di suo padre, entrambi scrittori. Fin da bambina è cresciuta in una casa dalle forti idee comuniste e antifasciste, l’impegno sociale e politico cresce di pari passo con le candeline spente sulle torte dei suoi compleanni
Il suo primo libro, ma non il più celebre, è Sigma Epsilon. Con il secondo romanzo, Casalinghitudine, si afferma come scrittrice. Dall’opera verrà tratto uno spettacolo teatrale e sarà tradotta e pubblicata negli USA. Seguiranno le traduzioni di altre sue opere come Manicomio Primavera pubblicato in Argentina e Il gioco dei regni in Israele e Francia. Scrive su giornali come l’Unità e il Manifesto, e si occupa della traduzione di opere di grandi autori francesi tra cui Stendhal e Honoré de Balzac.

Clara Sereni è piena di moltitudini, non è solo una donna, non è solo una madre, non è solo una scrittrice, è tutto questo e molto altro. Si definiva così: Ebrea per scelta più che per destino, donna non solo per l’anagrafe, esperta di handicap e debolezze come chiunque ne faccia l’esperienza, utopista come chi, radicandosi in quanto esiste qui e oggi, senza esimersi dall’intervenire sulla realtà quotidiana, coltiva il bisogno di darsi un respiro e una passione agganciati al domani.
Il 1991 è l’anno in cui abbandona Roma per trasferirsi definitivamente a Perugia. Nel capoluogo umbro darà prova del suo carisma, della sua bravura e del suo impegno politico e sociale. Dal 1995 al 1997 è vicesindaca della città con delega alle politiche sociali. Con il suo operato e la sua lotta, riesce a far ottenere un primato positivo al Comune di Perugia, essere uno dei primi comuni italiani ad approvare il Regolamento comunale per il Codice di condotta contro le molestie sessuali. Una svolta storica, una vittoria contro gli abusi sessuali e un chiaro passo verso la parità di genere.
Su questo periodo scrive il libro Passami il sale, edito nel 2002 da Rizzoli, dove si concentra proprio sulla difficoltà di conciliare la vita lavorativa con quella privata, problema cruciale per una donna del tempo e, diciamolo, anche per la donna di oggi.
Il figlio di Clara, Matteo, è psicotico dalla nascita, avvenimento che la porterà alla fondazione La Città del Sole Onlus di cui sarà la presidente. Nel 2004 partecipa al film del marito Stefano Rulli, sceneggiatore e regista italiano. Si tratta di una vera cronaca familiare dove il protagonista è proprio loro figlio Matteo.
Sulla strada Trasimeno Ovest, dal 1996, c’è una piccola casa editrice indipendente, Ali&no Editrice, dove Clara Sereni ha lavorato. Qua ha fondato la collana Le Farfalle dedicata alle donne, che ha diretto per quasi dieci anni.
Come se quello che ha donato alla città non bastasse, Clara ha lasciato la sua biblioteca alle Biblioteche Comunali di Perugia che oggi conservano tutti i suoi volumi, dal ‘600 ai giorni nostri, nel Fondo Clara Sereni. Fra questi tesori sono conservati anche i libri di suo padre.
Non molto tempo fa, nel 2018, Clara Sereni è volata via, proprio come quelle farfalle della sua amata collana di libri. Ha scelto con coraggio, dopo una malattia incurabile, di percorrere la strada dell’eutanasia, recandosi in Svizzera e spegnendosi il 25 luglio di quell’anno.
Dopo la sua morte è stato istituito il Premio Letterario Nazionale Clara Sereni, concorso di narrativa inedita che si tiene ogni anno nella città di Perugia. Quest’anno la cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 13 novembre nella Sala dei Notari, con la presenza della scrittrice e giornalista Giulia Blasi che presenterà la serata e con la Presidenza Onoraria della Sen. Liliana Segre.