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La storia ci narra che, almeno secondo una delle ipotesi più accreditate, 66 milioni di anni fa un enorme meteorite delle dimensioni di una montagna si schiantò improvvisamente sul suolo terrestre, generando una vera catastrofe naturale.

Si innescarono in quel momento una serie di eventi che portarono all’estinzione di massa più estesa ed eclatante della storia del pianeta: quella dei dinosauri.

Ma siamo veramente certi che queste mastodontiche creature si siano realmente estinte?

Se in senso biologico ciò è assolutamente certo, a Gubbio la loro storia è ancora viva e vegeta, incarnata in una spettacolare serie di modelli a grandezza naturale, protagonisti di Extinction: prima e dopo la scomparsa dei dinosauri.

Tappa della mostra itinerante Dinosauri in carne ed ossa, l’esposizione è pensata come progetto didattico e di intrattenimento, narrante, tra ben 11 sale più 2, biglietteria e bookshop, la storia della vita sulla terra.

brachiosauro - extinction

Ritorno al passato in 5 estinzioni di massa

La prima sala di Extinction, il piccolo chiostro del Monastero di San Benedetto, in Via Perilasio 2, a Gubbio, pone le basi dell’inizio di un viaggio nel tempo capace di coinvolgere grandi e piccoli.

Salta per prima all’occhio la riproduzione a grandezza naturale del famoso meteorite che 66 milioni di anni fa potrebbe aver generato l’impatto letale per tutti i dinosauri. La testimonianza dell’urto si troverebbe nella penisola dello Yucatàn, dove è stato rinvenuto un cratere di ben 170 Km.

Al centro del chiostro d’ingresso, assolutamente ignaro dell’accaduto, un enorme e minaccioso T-Rex osserva dalla sua sorprendente altezza i nuovi visitatori, dando un’dea concreta delle spettacolari dimensioni di questi antichi dominatori del pianeta.

Accanto a lui, sotto le arcate del cortile, saluta più amichevole un altro modello a dimensione naturale di Brachiosauro italiano.

La mostra non è comunque costituita solo da modelli giganteschi. Ogni sala ha la sua particolarità, e racconta stranezze e meraviglie dei piccoli e grandi dominatori delle terre emerse, vissuti nelle ere antecedenti la comparsa dell’uomo.

Vengono ripercorse le 5 estinzioni di massa che hanno reso la fauna del pianeta terra come la conosciamo oggi.

Extinction è molto di più di una narrazione accademica dell’evoluzione anche grazie alle spettacolari riproduzioni della ditta veneta GeoModel di Mauro Scaggiante.

Camminando per i corridoi del monastero, ad esempio, si può far conoscenza con il Dracorex Hogwartsia, erbivoro di 2,7 m di larghezza, dall’aspetto fantastico simile a quello di un drago, ma realmente esistito.

Oppure si può incontrare un piccolissimo mammifero giurassico di appena 11 centimetri, lontanissimo antenato dei mammiferi moderni, lo Juramaia Sinensis , o ancora ascoltare la vera voce di un dinosauro del mesozoico.

Per i più piccoli l’esposizione prevede anche attività ricreative, disegno, con sabbia e pennellini, per scoprire sin da bambini cosa vuol dire essere paleontologi.

t-rex extinction

Gubbio e la Gola del Bottaccione

Ma perché questo interesse così intenso di Gubbio per un passato così lontano?

E’ poco noto ai visitatori ma, nei dintorni della città, sulle rive del torrente Camignano esiste un’area detta Gola del Bottaccione, nella quale sono state ritrovate stratificazioni rocciose appartenenti a diversissime ere geologiche.

Sono state denominate “successione stratigrafica umbro marchigiana”.

La “Successione” è diventata centrale nel dibattito scientifico internazionale soprattutto a causa del così detto limite K/T , uno strato argilloso ricco di iridio, il quale si ipotizza essere la prova della caduta di un oggetto extraterrestre, il famoso mateorite, proprio nel periodo precedente l’estinzione dei dinosauri.

fossile extinction

Una nuova estinzione di massa

Cosa davvero fece estinguere i giganteschi sauri non è l’unica domanda che la mostra Extinction pone.

L’ultima sala del percorso è dedicata alla “sesta estinzione di massa“, iniziata teoricamente con l’estinzione di animali moderni come il Dodo.

Il Living Planet Index del 2018, uno degli indici statistici dello stato della biodiversità sulla Terra, ha tracciato una perdita del 60% dei vertebrati terrestri dal 1970 al 2014.

Un ritmo incalzante e ancora più preoccupante se lo si associa ai dati di alcune ricerche recenti.

Un’analisi del 2017, pubblicata dalla United States National Academy of Science sulla rivista Pnas mostra che dal 1900 al 2015 il tasso di perdita di popolazione, in termini di specie biologiche vegetali ed animali sul pianeta, è stato di 27.600 specie.

Davvero forse stiamo andando verso una nuova estinzione epocale? I prossimi potremmo essere noi esseri umani?

Domande troppo complesse per rispondere con leggerezza.

Chissà cosa avrebbero da dire e da raccontare i mastodontici dinosauri, i quali, forse, senza l’imprevedibile impatto del meteorite sul pianeta azzurro, avrebbero saputo rispettare con più equilibrio la bellezza della natura e la vita che la costituisce.

Per maggiori informazioni: https://www.dinosauricarneossa.it/gubbio

Info e prenotazioni:

Progetto ed attività didattiche qui.