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Un luogo che racconta di un prodigio misterioso, ma perfino uno scrigno rinascimentale che conserva uno dei capolavori di un grande artista: il Perugino.

Calandoci in pieno Rinascimento osserviamo un’epoca particolarmente fiorente per il culto mariano, dove furono frequenti notizie di prodigi operati da immagini della Vergine. Da tali miracoli ne conseguì l’esaltazione del luogo sacro, innalzandosi santuari che attirarono fedeli da svariate aree geografiche. La valle spoletina, tra boschi, oliveti, vigneti e dolci corsi d’acqua, ne fu pienamente partecipe e Pietro Perugino, acquisita la fama del divin pittore, fu chiamato ad omaggiare con il suo pennello il culto di vari santuari; uno fra tutti ad oggi riveste un particolare interesse: la Nunziatella di Foligno.

Oratorio della Nunziatella

La nascita dell’Oratorio della Nunziatella

Allo scadere del Quattrocento l’immagine di una modesta Annunciazione, affrescata da un anonimo pittore all’esterno di una casa privata, proprietà del droghiere Nicolò di Giacomo, fu protagonista di un evento che cambiò le sorti della città: il volto della Vergine avviò una lacrimazione e, benché non ancora identificati, produsse un incalzante sequela di miracoli, radunando un afflusso di fedeli presso la casa del droghiere. Da qui l’immagine acquisì una certa importanza di certo non inosservata, attirando appunto l’interesse del Vescovo Luca Cibo e del Comune di Foligno che decisero di acquistare l’edificio. Volendo il comune erigere una cappella intorno al luogo, si raccolsero fondi anche tra il popolo folignate e, giunti al 1494, il santuario civico venne consacrato alla Vergine dell’Annunciazione – la Nunziatella – in modo che la città ricevesse protezione dalla Vergine ormai considerata quale santo patrono della città.

Oratorio della Nunziatella
Oratorio della Nunziatella

Perugino il divin pittore e l’affresco presso l’Oratorio

Naturalmente, la prima opera che adornò l’oratorio fu l’immagine della Vergine, posta all’interno di una elegante edicola lignea finemente intagliata e dorata. In seguito, tra il 1507 e il 1513, si volle accrescere la fama del santuario con nuove decorazioni e Giovan Battista Merganti, nobile folignate, incaricò di sfoggiare i pennelli a Pietro Perugino.

La particolarità di quegli anni fu che le opere e la sensibilità artistica del pittore, cui gli procurarono l’appellativo di ‘Divino’ dal padre di Raffaello, furono misconosciute e criticate di ripetitività dai committenti fiorentini – la critica fece riferimento all’uso di medesimi disegni e composizioni per svariate opere, consuetudine di molti artisti contemporanei a Perugino. Insomma, la disapprovazione condusse il pittore ad un incessante abbandono dei grandi centri artistici, finché non si confinò nella sua terra d’origine, l’Umbria, dipingendo soprattutto per i piccoli borghi di provincia.

Oratorio della Nunziatella

Sebbene l’accusa di ripetitività possa essere presa in considerazione, avendo il dipinto molte affinità con il Battesimo di Cristo di Perugia o di Città della Pieve, i lineamenti dolcissimi, quasi idealizzati, accompagnati da colori tenui, tipici della fase tarda, e la composizione architettonica, rendono l’affresco in perfetta armonia con la struttura rinascimentale. Michelangelo, Leonardo e Raffaello, iniziatori di un nuovo stile, gli procurarono sì la famosa contestazione fiorentina, ma Perugino, parte di una tradizione tardo quattrocentesca, non poteva che calzare a pennello in un contesto architettonico di primo Rinascimento, dove le proporzioni sono decisamente più sobrie e classicheggianti. Come non accorgersi dell’adeguatezza di Perugino che, mediante la profondità paesaggistica fornita alla scena, come se si guardasse attraverso un loggiato, e la compostezza delle figure esili, poste in equilibrata simmetria, si mostra impareggiabile con quanto creato tra Cinque e Seicento con le pitture delle cappelle circostanti.

Per informazioni su orari e giorni di apertura http://www.museifoligno.it/i-musei/oratorio-della-nunziatella