Immerso nel verde della campagna umbra, a 437 metri sul livello del mare, è il castello di Gaiche. Famoso per lo statuto del 1318, il più antico dell’Umbria e conservato nella biblioteca comunale di Perugia, e per aver dato i natali, nel 1732, al Beato Leopoldo, missionario francescano, ancora oggi riferimento di forte devozione locale.
Del castello di Gaiche, comune di Piegaro, rimane parte della cinta muraria e le quattro torri perimetrali, una delle quali è stata ristrutturata e adibita a torre civica. Quest’ultima ha sei campane, trasportate in Italia dai francescani, mentre i vari edifici sono stati ristrutturati e trasformati in abitazioni private ad uso turistico, pur conservando l’antica atmosfera medievale.

San Giovanni Battista – interno Chiesa di Gaiche
La chiesa di san Lorenzo
Ma fuori le mura è possibile visitare un piccolo scrigno: la chiesa parrocchiale dedicata a san Lorenzo, molto richiesta per celebrare matrimoni. A seguito delle scosse del terremoto di Assisi del 1997 è venuta alla luce una preesistente struttura, di dimensioni ridotte rispetto a quella attuale, che ha rivelato anche la presenza di nicchie sapientemente dipinte. Gli affreschi, di impostazione bizantina e in parte compromessi, presentano dei colori vivacissimi e un tratto rivela l’esecuzione da parte di artisti di altissimo livello. Di struttura originariamente gotica, la chiesa di san Lorenzo di Gaiche secondo la tradizione fu consacrata il 20 febbraio 1391, al tempo di frate Alberto da Todi, monaco dell’abbazia di san Benedetto di Pietrafitta, alla cui giurisdizione fu sottoposta fino al 1550, per passare poi sotto quella del vescovo di Perugia. Nel 1565 la chiesa era munita di fonte battesimale. La facciata è in pietra, vi è un portone centrale, con stipiti e architrave in pietra serena, sovrastato da un bel rosone in cotto. All’interno un’unica navata, con pareti intonacate e prive di affreschi. Tre sono gli altari, il maggiore dedicato a san Lorenzo, quello a sinistra a san Antonio e quello a destra alla Madonna Addolorata. L’altare maggiore era sovrastato da una grande tela del 1629, rappresentante la Vergine con il bambino e i santi Lorenzo e Macario. Nello spazio tra le due figure una bella veduta del castello di Gaiche. Sotto l’altare di san Antonio c’è l’urna che per prima contenne il corpo del beato Leopoldo, donata dai francescani alla chiesa di Gaiche. Sopra la porta principale una grande tela ad olio del 1627, in pessime condizioni, che raffigura la Madonna col bambino e san Giuseppe. La parete d’altare è rappresentata dalla facciata di una precedente chiesa murata con tutto il campanile a vela e una parte dell’interno della vecchia chiesa è occupato dalla sagrestia. La facciata murata presenta degli affreschi a suo tempo esterni e due feritoie del tutto anomale per essere posizionate in una facciata di una chiesa. I dipinti della facciata sono stati attribuiti al pittore tedesco Gregorio Teutonico (Perugia-Città della Pieve, notizie 1490-1515), che ha affrescato anche il Santuario della Madonna delle Grondici. La chiesa, accorpata alla parrocchia di Pietrafitta, è stata riaperta al culto nel 2015, in occasione del bicentenario della morte del Beato Leopoldo. Poche le messe celebrate durante l’anno, ma il luogo ricco di storia viene scelto da molte coppie per celebrare il proprio matrimonio e, inoltre, si presta bene per eventi culturali.

Facciata Chiesa S. Lorenzo di Gaiche
L’Oratorio di San Bernardino
A fianco della chiesa si trova l’oratorio, un tempo usato come ovile. Edificato a due piani sul pendio della collina, al secondo livello della costruzione sulla parete di fronte è dipinto un pregevole affresco attribuito alla bottega del Perugino. La sacra composizione è sottolineata da un basamento architettonico decorato da formelle geometriche. L’iconografia della Vergine (del 1500) ricorda quella dipinta nella Cappella della Madonnuccia in San Martino in Campo, a Perugia, opera attribuita, in un primo momento ad Andrea d’Assisi, detto l’Ingegno, uno dei migliori discepoli del Perugino, ma di recente riconducibile allo stesso Pietro di Cristoforo Vannucci, insieme al suo allievo Fiorenzo di Lorenzo (affreschi dell’Oratorio della Madonnuccia). L’affresco, in cattivo stato di conservazione, raffigura su un arioso paesaggio la Madonna con il bambino entro una mandorla di cherubini con ai lati due santi protettori, da un lato san Giorgio e dall’altro san Bernardino. La maestria del tratto, i colori, la profondità di campo, i tipici cherubini e altri elementi estetici e tecnici attribuiscono l’opera ad Andrea d’Assisi, detto l’Ingegno. In basso, infine, è visibile un gruppo di devoti inginocchiati.

Particolare volto di Angelo – interno Chiesa di Gaiche
Lavori di ristrutturazione
Maurizio Baldini, appassionato di storia, ne cura l’esterno ed è un buon conoscitore del posto, tant’è che sta scrivendo anche un libro in merito. “Un tempo l’oratorio e la chiesa erano un tutt’uno – racconta Baldini –, poi per volontà dell’uomo sono state apportate delle modifiche. Sia la chiesa che l’oratorio necessitavano di lavori di recupero e per la messa in sicurezza che, grazie ai finanziamenti destinati alle chiese danneggiate dal terremoto, sono stati in parte realizzati”. I lavori per la messa in sicurezza degli affreschi rinvenuti nella chiesa di san Lorenzo di Gaiche sono iniziati nel 2003 e sono stati eseguiti dal maestro Paolo Giubboni, sotto la supervisione della dottoressa Mariangela Brucato della Soprintendenza dei beni storici, artistici e culturali dell’Umbria. “Ho eseguito anche dei lavori sull’altare maggiore del XIII secolo della chiesa – sottolinea Giubboni – e poi nel 2015 mi sono occupato della messa in sicurezza degli affreschi dell’oratorio di san Bernardino”. I lavori poi si sono interrotti a causa della mancanza di fondi e per il completamento del restauro occorre ancora effettuare l’integrazione pittorica.
Per visitare la chiesa e l’oratorio si può chiamare il parroco don Claudio Schioppa o direttamente Maurizio Baldini, quest’ultimo chiamando al numero 3406248050.

Affresco all’interno dell’Oratorio San Bernardino di Gaiche
Foto di Maurizio Baldini