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Festa della donazione della Santa Spina

Montone non è solo Fortebraccio. Prima dell’avvento della famiglia Fortebracci, fu nel X secolo il  feudo dei marchesi di Colle e successivamente dei Del Monte. E nel 1121 il borgo fortificato, seppur sotto il diretto controllo di Perugia, aveva la possibilità di darsi degli statuti ed amministrare la cosa pubblica attraverso i propri magistrati. Ma Montone è anche la Festa della donazione della santa Spina che si svolge in agosto. Proprio in quei giorni i tre rioni Borgo, Monte e Verziere si affrontano tramite delle sfide, tra scene di vita medioevali e cimentandosi nel tiro con l’arco. Il tutto per aggiudicarsi il Palio e la Castellana, Margherita Malatesta di Rimini, moglie del conte Carlo che governava in sua assenza la città di Montone.

 

Come in ogni sfida che si rispetti, le prove danno diritto a punteggi che in alcuni casi restano segreti fino alla penultima giornata e questo fa sì che la tensione salga al massimo, perché in ognuno dei tre rioni resta viva la speranza di conquistare il Palio e la Castellana. Chi si reca a Montone in quei giorni di rievocazione, può così imbattersi nelle fasi di preparazione dei vari rioni, trovarsi in mezzo alla frenesia dell’allestimento delle scenografie, dell’organizzazione delle comparse, per poi ritrovarsi a tarda sera in un luogo quasi irreale e suggestivo. Caratteristiche sono anche le taverne rionali, dove il visitatore può immergersi in un’atmosfera d’altri tempi, riscoprire suoni e sapori antichi. 

La storia della festa e il legame con i Fortebracci Le sante spine sono il simbolo della passione di Gesù Cristo. Il ritrovamento delle reliquie della passione è attribuito a Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, la quale durante un pellegrinaggio sul Golgota, rinvenne la croce e i chiodi della crocefissione. La corona di spine sembrerebbe non far parte del ritrovamento. Tuttavia le prime spine di cui si ha notizia sono quelle donate da Sant’Elena nel 323 a Roma, provenienti da Gerusalemme dove la corona restò certamente fino al IV secolo, presenza confermata da San Paolino da Nola. Fino al 1200, le notizie sono frammentarie e non sempre attendibili. Nel 1204 la corona di Cristo era venerata a Costantinopoli nella cappella di Santa Maria del Faro. La reliquia divenne così oggetto di trattative e scambio. Nella cristianità del XIII secolo, epoca di grande sentimento di devozione, il possesso di reliquie era fonte di grande prestigio e questo portò alla corsa al collezionismo da parte di re, Stati, città, creando un vero e proprio mercato capace di far lievitare i prezzi di quelle più rare e capace di favorire le falsificazioni. L’imperatore di Costantinopoli, Baldovino II, per far fronte alle spese di guerra, ottenne un prestito dai veneziani, offrendo in pegno la Corona di spine, alla scadenza del pegno Luigi IX di Francia, il re santo, offrì a Baldovino II il riscatto per la Corona che in questo modo sarebbe stata trasportata in Francia.

I veneziani non accettarono di buon grado l’idea di essersi fatti sfuggire di mano una tale insigne reliquia e dopo lunghe trattative ottennero che la Corona fosse trasportata a Venezia, perché la città godesse così di benefici, seppur temporanei, della sua presenza: protezione, favori, prestigio. Trasportata infine a Parigi, in una solenne processione penitenziale, il re, a piedi nudi e vestito da penitente, consegna la Corona all’arcivescovo. A glorioso reliquiario, San Luigi fece erigere, nel 1248, la Sainte-Chapelle e non perse l’occasione di associare la gloria del re a quella di Dio. La corona è oggi custodita a Notre Dame ed è un serto senza spine. Tra il 1470 e il 1477 Carlo Fortebracci, conte di Montone, per le sue virtù militari, ereditate dal padre Braccio, combatté al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia e qui ricevette in dono una Spina della Corona del Cristo, che la portò in dono a Montone e ne decretò la festa il Lunedì dell’Angelo. La leggenda racconta che la Spina fiorisse il Venerdì Santo emanando un dolcissimo profumo. Ci furono così tanti pellegrini, nei primi anni del ‘600, che per motivi di ordine pubblico fu ordinata una seconda ostensione. Dal 1798, quando la chiesa di San Francesco fu incendiata, la Spina nel suo prezioso reliquiario è custodita dalle suore del Convento di Sant’Agnese. Si festeggia l’ostensione il Lunedì dell’Angelo e la penultima domenica di agosto in un clima tra religiosità popolare e storia.

Per l’edizione 2020, causa Covid19, la festa si è tenuta nel mese di agosto in forma ridotta, senza le rappresentazioni serali.

Ph: regione.umbria.mediagallery.it