Skip to main content

Marta Cucchia, erede dell’imprenditrice Giuditta Brozzetti, nel 2012 è stata immortalata nel suo laboratorio di tessitura dal fotografo di fama internazionale Steve McCurry. Insegna l’arte dell’intreccio a due giovani ragazze francesi, Sophie Mermet-Péroz e Aurélie Capodiferro, e il suo atelier è una tappa fissa per chi viene dall’estero in visita a Perugia. Che siano turisti, appassionati di artigianato o giornalisti, tutti sono interessati all’architetto tessitrice e alle sue stoffe. 

Il suo regno si trova fra i fili dei telai e la chiesa sconsacrata San Francesco delle Donne, qui intreccia tele e svela come faceva Penelope a disfare la sua. Conserva i segreti della tessitura delle contadine umbre e crea nuovi codici per realizzare gli antichi drappi dipinti nei quadri dell’arte medievale e rinascimentale. 

Giuditta_Brozzetti_Tessuti

Il Museo Atelier è un luogo onirico e senza tempo, laddove una volta regnava l’arredo liturgico oggi troviamo telai di diverse dimensioni. Una bella soddisfazione se pensiamo che, in seguito alla guerra del sale, Papa Paolo III vietò la vendita dei preziosi tessuti perugini distruggendo di fatto l’economia della città. 

Queste macchine per la tessitura sono le stesse impiegate ai tempi del celebre pittore umbro Pietro Vannucci, la sola differenza risiede nel pettine del telaio, oggi fatto di metallo mentre in passato era costruito con le punte delle canne schiacciate. 

Marta Cucchia veste di nero, porta uno scialle leggero che copre solo parte del suo capo e muove gli ingranaggi del telaio con mani sottili messe in risalto dallo smalto rosso. Ha il fascino di una sacerdotessa, una Bene Gesserit, e incanta ogni viaggiatore partito da lontano per scoprire l’artigianato umbro. 

La combinazione di come apro i pedali mi da i motivi decorativi e per fare questo si utilizzano dei codici. Una volta chi era del mestiere non sapeva leggere e scrivere, perciò memorizzava delle canzoncine e per ogni motivo decorativo c’era una melodia diversa” racconta Cucchia durante la visita organizzata dall’associazione Meravigliarti in Umbria

Laura Itzkowitz, giornalista per Architectural Digest e Vogue, è rimasta folgorata dall’artigiana “Mi ha davvero commosso la passione di Marta per il suo mestiere, la sua profonda conoscenza della storia della tessitura in Umbria e il modo affascinante in cui racconta i dettagli della sua vita e dell’atelier. La trovo estremamente carismatica e amo ascoltarla. In realtà, il suo lavoro parla da sé. L’incredibile qualità dei tessuti è evidente non appena li vedi da vicino”. Itzkowitz, con l’intento di far nascere la voglia di visitare questo luogo ai suoi lettori, ha scritto un servizio per Italy Magazine e ha pubblicato l’intervista completa su il New Roman Times. “Penso che il lavoro di Marta sia estremamente rispettato e apprezzato all’estero, soprattutto negli Stati Uniti – continua  Itzkowitz –  È supportata da The TreadRight Foundation, ha collaborato con Fendi ed è apparsa in un documentario della PBS, tutto grazie al suo immenso talento e alla dedizione per la sua arte. Penso che gli americani la ammirino davvero e apprezzino i mestieri tradizionali praticati dagli artigiani italiani”.

È stimata a tal punto che, come ci racconta la guida turistica Elisabetta Federici, è stata inserita come tappa nei Trafalgar Tours e i turisti vengono appositamente a Perugia per visitare il Museo-Laboratorio di Tessitura a mano Giuditta Brozzetti

Molti partner vogliono stringere con Cucchia una collaborazione, è il caso dell’imprenditore americano Salvatore Peter Ambrosino fondatore della boutique brand di New York l’Arte Nascosta. La passione per l’Italia, tramandata dal nonno, è diventata una devozione che si traduce in un marchio che fa da ponte fra le botteghe artigiane italiane e potenziali clienti americani. “Sono rimasto affascinantissimo dal laboratorio e dalle stoffe che realizza Marta, le trovo assolutamente meravigliose – spiega Ambrosino – non si tratta di semplici cuscini o runner ma sono oggetti da incorniciare”.

I due sono prima di tutto amici e solo in seconda battuta dei collaboratori, Salvatore ha una grande stima dell’artigiana umbra e a tal proposito afferma “Il cuore che Marta mette nel suo lavoro è una cosa contagiosa e si riflette anche nelle sue collaboratrici Sophie e Aurélie. Il suo esempio e la sua perseveranza hanno arricchito la mia professione”.

In Marta Cucchia risiede la tenacia, immutata nei secoli, delle donne del contado perugino. Con la sua professionalità, il suo talento e il suo cuore ha creato un polo magnetico che attrae coloro i quali amano l’anima delle cose belle. La bellezza qui non muore, qui risorge ogni giorno attraverso le trame di vita intrecciate dalle abili mani dell’artista. 

Atelier_Giuditta_Brozetti