Qui comença lo chonto che, quando Ulisste andava chacciando per la Montagna de Montebalbe verso el Tevere, en quille parte che oggie è il Chasstello overo Tenpio de sancto Lorenço de Peroscia, esso trovò una orsa molto irata, la quale glie diè molto enpaccio e pena; e chonbattere glie convenne chon essa. Ma Ulisste, che era prode huomo, la chonquise; e ebbe alora molte visione quale qui non se pónono. -Conto di Perugia e Corciano
Tutti conosciamo la mitica storia di Romolo e Remo, cresciuti da una lupa e fondatori di Roma. Forse qualcuno ricorderà l’Eneide di Virgilio, il poema epico che racconta come l’eroe troiano approdò nel Lazio e diventò il progenitore del popolo Romano. Quasi nessuno, però, conosce l’Eulistea, che racconta della fondazione di Perugia.
Dell’Eulistea, infatti, si sa ben poco. L’opera prende il nome dall’eroe troiano Auleste dell’Eneide, il re etrusco che si allea con l’eroe del poema Virgiliano. Di questo non c’è da stupirsi, d’altronde non è una novità, per le città italiche, il vantarsi di una discendenza diretta con i principi troiani, nonché dell’opera di Virgilio e di quelle virtù romane (come la pietas, la lealtà e l’onestà) tanto ammirate in epoca medioevale. Certo è che tra i vari eroi biblici, romani, greci, troiani ed etruschi, i quali vengono accumunati all’origine della città, Euliste è quello in cui ci si imbatte più spesso.
Cercando sue notizie mi sono imbattuta in varie teorie sull’origine del suo nome.
Mario Catalano offre una spiegazione sulla trasformazione del nome da “Ulisse” ad “Euliste”, lasciando intendere delle contaminazioni grecizzanti dall’eroe greco. Catalano, infatti, osserva come la varietà del dialetto umbro antico, il quale sviluppava spesso una ‘e’ davanti ad alcuni vocaboli, possa aver portato ad una modifica del nome originale. Un’altra teoria, invece, è quella dell’influenza del nome Euriste, ripreso dalla leggenda di Ercole, tant’è vero che in periodo medievale i perugini ritenevano l’eroe Euliste il pronipote del semidio.

Purtroppo, non vi sono molte fonti scritte che raccontano la sua storia. L’ultima fonte riportata che ricorda Euliste come fondatore del capoluogo è, a detta di Pompeo Pellini, Paolo Diacono, autore longobardo dell’VIII secolo. Catalano, però, analizzando la sua opera Historia Langobardorum, non è stato in grado di rinvenire nessuna menzione dell’eroe.
La leggenda di Euliste rimane un mistero, fino al 1293, quando un certo Bonifacio da Verona viene commissionato dalla civitas perugina di scrivere un poema sulla fondazione della città.
Bisogna ricordare che il duecento fu un periodo di grande splendore e lustro per la città, ed il poema di 9 libri scritto da Bonifacio ha un intento celebrativo, spinto da un momento storico in cui il sentimento civico stava rinvigorendosi. Difatti, all’epoca la città iniziò a godere di prestigio derivante dallo sviluppo edilizio e artistico e dalle vittorie militari contro i comuni circostanti. Il poema duecentesco celebra dunque, l’unione della Perugia Guelfa alle res gestae dell’antica Roma con l’obiettivo di esaltare la borghesia comunale.
Questo testo, scritto sia in versi che in prosa, verrà perso prima nel 1380 e poi nel 1440, durante le guerre tra Perugia e i territori nemici. Alla fine, ne è stata ritrovata una cattiva copia del XIII secolo nella biblioteca dei Conti Conestabili della Staffa ma, purtroppo, non esiste una traduzione in Italiano.
Ci si potrebbe chiedere, cosa ci interessa sapere tutto questo se non possiamo conoscere l’intera leggenda (sempre che non si conosca il latino medievale e qualcuno si volesse divertire a leggerla).
Bene, queste informazioni sono importanti per comprendere meglio Il Conto di Corciano e di Perugia, un testo del XIV secolo, scritto in antico dialetto Umbro da un anonimo. Il Conto, o racconto, narra nella prima parte la fondazione delle due città, e l’incipit sulla nascita di Perugia è ripreso dall’Eulistea.

Qui si racconta di come Euliste, un giorno, stava cacciando sul Monte Malbe, in direzione del Tevere e, arrivato sul luogo dove oggi vi è il Duomo di Perugia incontrò due orsi in amore, prima uccide il maschio e poi combatté la femmina furibonda. Una volta vinto lo scontro con i due orsi, decise di fermarsi su quel colle (il colle Landone) e costruire la sua città, che in onore della vicenda chiamò Perorsa, poi trasformato in Perosa, Peroscia, Perusia e oggi Perugia. Da qui comincia il Conto di Corciano e di Perugia che unisce l’origine delle due città umbre alle storie dell’Orlando e Oliviero e alle vicende sia del ciclo carolingio che del ciclo bretone.
Nel corso delle mie ricerche sull’Eulistea, poi, ho ritrovato una piccola parte, che ha parzialmente influenzato alcune vicende del Conto, tradotta da Imelde Galletti. Questi pochi versi fanno parte delle celebrazioni delle vittorie perugine e raccontano che Oliviero, assimilato ad Euliste, era accompagnato in guerra dall’immagine del grifone, oggi simbolo della città di Perugia. Si aggiunge inoltre che da lui e prima ancora da Euliste e Cesare discendono i nobili della città. Così troviamo già un’unione tra la mitologia troiana-romana e i poemi carolingi che tentano, sia nell’Eulistea del ‘200 che nel Conto del ‘300, di unire a leggende sicuramente pagane la politica del tempo, la tradizione classica e, soprattutto, la trasformazione religiosa della città.
Sfortunatamente sulle leggende originarie di Euliste e sull’Eulistea del duecento vi è davvero poco. Le scarse notizie provengono principalmente dalle analisi sul Conto e spesso si limitano alla comparazione dell’incipit. Allo stesso tempo, Euliste è sotto i nostri occhi ogni volta che passiamo in Piazza IV Novembre a Perugia e Porta Marzia. Infatti, all’estremo Nord della parte superiore della Fontana Maggiore, vi è raffigurato proprio l’eroe perugino. Mentre su Porta Marzia, edificata tra il IV e III secolo a.c., vi sono raffigurate due figure ai lati di quella centrale, identificata con Zeus (l’etrusco Tinia). Queste due figure si pensa possano essere gli eroi etruschi Auleste ed Ocno, fratelli che combatterono al fianco di Enea nella battaglia contro Turno nel X libro dell’Eneide, e che siano rispettivamente i fondatori di Perugia e Mantova. Dunque, chiunque fosse interessato può perlomeno dare un volto, per quanto fittizio al misterioso fondatore della città, che quasi dimenticato dai suoi discendenti continua a risiedere su quel colle dove costruì la sua casa.
