Quando si visita Todi, non si può continuare il viaggio in Umbria se prima non ci si sofferma su uno dei conventi più antichi della zona. Parliamo di Montesanto, ubicato di appena fuori dalle mura della piccola cittadina umbra.
Ciò che caratterizza questo incantevole luogo è la presenza di un grande tiglio secolare, che si trova di fronte al convento ed è uno degli alberi più antichi dell’Umbria.
L’età stimata è di circa 600 anni e si narra che venne piantato dalla popolazione di Todi nel 1426 per ricordare l’inizio della predicazione di San Bernardino nella città che diede i natali a Jacopone, da cui il nome di tiglio di San Bernardino.

Il rinventimento del Marte di Todi
Questa zona collinare nell’antichità si chiamava Monte Mascarano, ovvero monte degli spiriti, e certamente già al tempo Fu proprio in questa zona che nel 1835 venne portato alla luce il MARTE DI TODI. Il bronzo fu rivenduto poco tempo dopo allo Stato Pontificio e oggi si trova esposto in una sala dei Musei Vaticani.
Forse per gli etruschi era un luogo sacro, dove sorgeva un tempio dedicato al dio Marte e alla dea Bellona.
Il tronco ha una circonferenza di quasi 6 metri, la chioma ne misura circa 19, è alto più di 14 metri e si trova davanti all’ingresso del convento di Montesanto, meravigliosamente affacciato sul colle di Todi che, col suo profilo inconfondibile, domina la valle a ovest della città di Todi ed è ben visibile da diversi punti della città.
Di notevole interesse sono il chiostro, al centro del quale si trova un pozzo settecentesco, il salone trecentesco adibito a centro congressuale e la biblioteca ricca di codici pergamenacei e preziosi incunaboli.

La chiesa di Montesanto
Accanto al complesso monastico si trova la chiesetta omonima. L’edificio consacrata nel 1633, divenne chiesa parrocchiale nel 1977 con il nome di Maria Santissima Assunta in Montesanto e conserva ancora oggi numerose opere d’arte: varie statue in legno e alcuni dipinti dello Spagna, degli allievi del Ghirlandaio (XVI secolo).
Nel 1448 la Comunità civile di Todi si espresse a favore del ritorno dei francescani, affidando il luogo agli Osservanti, che lo riadattarono a convento. Fu in seguito sede di studio e luogo di cura per i frati più anziani e infermi, ed infine Collegio Serafico.
Infine durante l’epoca delle spoliazioni napoleoniche, tra il 1866 e 1895 la chiesa fu spogliata di tutte le sue opere d’arte, tra le quali anche la pregevole Madonna e Santi dello Spagna (1511), ora alla Pinacoteca comunale di Todi. Tuttavia lunga la navata resta un interessante ciclo di affreschi di Sermei (sec. XVII).
